Telegram il sostituto di WhatsApp?

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Telegram veniva usata durante i down di WhatsApp, ma ora…

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Quale è l’app di messaggistica migliore? Come spesso accade, non vi è una risposta univoca ma si potrebbe dire che dipende dalle caratteristiche che si cercano, dall’uso che si vuol fare, dall’essere un privato o un’azienda. Insomma, la soluzione perfetta per uno può non esserlo per un altro.

Un discorso che vale per quanto concerne le app di messaggistica. Solitamente, si potrebbe dire che la scelta di scaricarne una piuttosto che un’altra dipenda dalle decisioni di amici e familiari: per comodità, si tenderà a usare la stessa che hanno loro.

I numeri sono schiaccianti a favore di WhatsApp, l’app più nota al mondo ed anche la più usata. Distanzia di molto Telegram sia in termini di utenti che l’hanno scaricata sia per quanto riguarda il numero di messaggi inviati quotidianamente. Non c’è paragone.

Va detto che Telegram guadagna punti e utenti ogniqualvolta WhatsApp va in dowm, lasciando molti utenti senza la possibilità di comunicare tramite app di messaggistica istantanea. Chi si trova senza WhatsApp, scarica e usa Telegram.

Ma poi nella maggior parte dei casi, risolto il guasto, torna alle precedenti abitudini, magari avendo entrambe le app sul cellulare e usando Telegram in casi di emergenza. Certamente qualcuno si sarà trovato talmente bene da decidere di non tornare a WhatsApp, ma non sono la maggioranza.

A cambiare le carte in tavola però è arrivato il discusso annuncio di WhatsApp di qualche mese fa. Come noto, da qualche tempo l’app è stata acquistata dal gruppo Facebook. Ora verrà introdotta una nuova informativa, obbligatoria, sulla privacy.

WhatsApp e la privacy: gli utenti hanno paura e le altre crescono. Vedi Signal…

Per obbligatoria si intende che se non si dà il consenso non si può più utilizzare l’app. Con la nuova informativa, Facebook può avere accesso ad alcuni dati supplementari rispetto a quelli che può già vedere ora.

In realtà, il colosso ha rassicurato sul fatto che nessuno potrà spiare conversazioni o avere accesso alla lista contatti. Insomma, non cambierà nulla, viene assicurato. Va anche sottolineato come i cambiamenti riguarderebbero solamente i cittadini extra UE.

Nell’Unione Europea (e anche in Svizzera) è in vigore il GDRP, che dovrebbe proteggere in modo adeguati i dati degli europei. La verità è che bisognerà solo aspettare per capire che cosa cambierà davvero. Per molti, il solo fatto di essere iscritti a un’app o a un social vuol dire dare l’addio alla privacy.

Insomma, non si sa ancora che cosa succederà esattamente, ma negli ultimi anni si nota una maggiore attenzione alle questioni di privacy e dunque molti utenti sono andati un po’ in panico, chiedendosi se valesse la pena abbandonare WhatsApp.

Nelle ultime settimane (in effetti, avendo capito di aver creato un problema, WhatsApp ha spostato i termini per accettare l’informativa della privacy più in là, a maggio) si sta osservando un boom di download di altre app.

Ha conosciuto una crescita effettiva Signal. Si parla di questa app come di quella che salvaguarda con grande attenzione la privacy dei contenuti, tanto che viene consigliata da vari attivisti che necessitano di segretezza nel comunicare.

In che cosa è diversa da WhatsApp? Non utilizza server, dunque non restano nel web tracce dei messaggi scambiati da chi la usa. Inoltre, permette di vedere il codice sorgente, ritenuto molto utile in modo da poter controllare eventuali anomalie.

Le disposizioni relative alla privacy sono molto avanzate, tramite i riconoscimenti con l’impronta digitale, l’eliminazione delle spunte e dell’ultimo accesso, oltre al fatto che i messaggi sono cripati in modo che quello “normale” arrivi solo al destinatario.

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Le caratteristiche di Telegram

E per quanto riguarda Telegram? Si tratta di una app di messaggistica nata nel 2013 da Pavel Durov, che desidera certamente sfruttare qualche down di WhatsApp e il caso privacy per affermarsi definitivamente. La società che vi sta dietro è senza scopo di lucro.

Come accennato, dire quale delle due app sia migliore (o più app, citando appunto Signal e anche Threema) è impossibile perché dipende da vari fattori. Sicuramente le funzionalità di Telegram sono abbastanza simili a quelle di WhatsApp e di Signal.

Con entrambe è possibile scambiare dei messaggi istantanei sia in chat private che di gruppo, inviare anche file, foto, video, aggiungere emoticon e sticker alle scritte e effettuare chiamate vocali. Telegram al contrario di WhatsApp non permette ancora le videochiamate.

WhatsApp ha dalla sua la possibilità di creare degli stati che durano 24 ore, Telegram dal canto suo può vantare l’invio messaggi programmato, le chat segrete, il videomessaggio, il divieto di screenshot, il timer autodistruzione, i canali mono-direzionali.

Un’app utile per il businnes, ecco su cosa punta Telegram

Telegram per precedere l’avversaria ha deciso di puntare su alcune funzioni che possono essere utili per il businnes (e ovviamente l’app di Zuckenberg ha risposto creando WhatsApp Businnes). Per esempio, integra Chatbot.

Chatbot, chatbot o chatterbot, è un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano. Consentono agli utenti di interagire con i dispositivi come se stessero ‘parlando’ con una persona reale.

La gestione dei gruppi è diversa. Viene appunto usata Chatbot, capace di rispondere agli utenti dietro specifiche richieste. Un automatismo certamente interessante. I gestori di siti prediligono Telegram.

Infatti possono inviare notifiche di diverso genere agli iscritti, ivi compresa la pubblicazione di post (un po’ come sui social), foto e video. Questo permette di avere un canale privilegiato coi propri iscritti.

E la privacy? Equivalente, tranne le chat segrete

Per quanto concerne la privacy, argomento come detto spinoso, il sistema di funzionamento con la crittografia end-to-end è sostanzialmente uguale. I messaggi possono essere decifrati solamente dal destinatario finale.

Le chat cloud, vedono il contenuto del messaggio transitare in un server che viene chiamato MTProto e attraverso questo transito giunge al destinatario. Esiste un secondo livello di sicurezza, quello delle chat segrete.

Vi è qui un livello di crittografia ent-to-end per cui un messaggio viaggia dall’emittente al ricevente senza passare da un server. Spesso però questo tipo di chat è considerato da molti troppo lento e viene usato in casi particolari, altrimenti è sufficiente utilizzare normalissime chat cloud.

Se si vuole, Telegram ha una funzionalità in più in quanto è possibile associare il proprio account a un nickname e non a un numero di telefono, utile per i gruppi dove appunto si ricevono post e contenuti.

La possibilità di identificare persone che si trovano nelle vicinanze, per permettere incontri, sembrerebbe andare contro la privacy, ma in realtà la geolocalizzazione non è obbligatoria e deve essere attivata: se non si vuole, non si fornirà la propria posizione.

Naturalmente, qualche dato resterà nell’etere. Non andrà a Zuckenberg, che è la preoccupazione maggiore di alcuni. I mesi diranno se davvero ciò sarà la rovina di WhatsApp e eventualmente che app riuscirà a imporsi. In gara c’è anche Hangout.

Si tratta di un servizio di Google, che nei prossimi mesi verrà verosimilmente rivisto in modo completo. Non scordiamo poi che negli ultimi periodi di pandemia si è espanso molto anche Zoom.

Noi di OsaTech siamo ovviamente a vostra disposizione per rispondere ai vostri dubbi e aiutarvi a trovare l’app più adatta a voi. Vi assistiamo anche da remoto.

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