Servizi cloud, che cosa sono e cosa scegliere?

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Servizi cloud su server virtuali, quali vantaggi?

I dati non vengono più salvati su un dispositivo fisico, come potrebbe essere la chiavetta USB o il CD degli anni passati, bensì in server virtuali. I vantaggi? Il poter avere a disposizione uno spazio di archiviazione praticamente illimitato, in alcuni casi a pagamento.

Sono accessibili da più dispositivi diversi, dunque non solamente dal pc ma anche da cellulare o da un tablet, basta avere una connessione a Internet.

Permettono la condivisione e il lavoro in team su documenti anche quando non ci si trova nella stessa stanza, Soprattutto da quando il Coronavirus è entrato nelle nostre vite e si lavora a distanza, c’è l’esigenza di poter condividere i propri files coi colleghi.

È una prerogativa portata dal telelavoro e dalla didattica a distanza, uno dei tanti cambiamenti che l’epidemia ha portato con sé. Gli spazi di archiviazione virtuali sono diventati una prerogativa per le aziende, se già non li avevano prima.

Le caratteristiche da considerare quando si sceglie il proprio server cloud storage

Quali sono le caratteristiche di cui tener conto quando si sceglie il proprio server cloud storage?

Un fattore da non scordare sono i costi, Solitamente differiscono per lo spazio di archiviazione che i vari servizi mettono a disposizione: tanti sono gratuiti sino ad un certo numero di gigabyte di archiviazione, poi passano ad essere a pagamento.

Non si può trascurare l’usabilità. Soprattutto se i file vengono condivisi coi colleghi e quindi aperti e modificati da più parti, è importante che il server cloud sia di facile utilizzo con tutti i dispositivi. Un servizio intuibile semplifica sicuramente i compiti.

I server cloud storage mettono a disposizione anche delle funzioni che sono pensate proprio per permettere di collaborare in più persone su un file.

Naturalmente si deve pensare alla sicurezza. Tra di essi si possono citare la crittografia, l’uso di moderni data center e di strategie di backup (come si diceva, è sempre basilare) e di firewall. Ci si può anche chiedere dove vengono conservati i propri dati: su server che si trovano in Europa o no?

Se sono extraeuropei non è detto li trattino con l’attenzione che è invece prerogativa del GDPR. Un archivio cloud deve anche distinguersi per l’affidabilità e raggiungibilità, oltre che necessitare di un buon servizio di supporto in caso di problemi.

Google Drive, il servizio di archiviazione più conosciuto

Il servizio di archiviazione probabilmente più conosciuto è quello di Google, chiamato Google Drive. Esso si collega con Gmail e Google Foto, espandendo dunque lo spazio disponibile per immagini (che non possono essere caricate a bassa risoluzione per guadagnare spazio) e allegati.

Lo spazio gratuito messo a disposizione è 15 gigabyte, se se ne necessita altro scattano i piani a pagamento. Si parte da 1,99 euro al mese (per 100 gigabyte) sino a 9,9 euro mensili per un tetra byte, i possibili abbonamenti sono sei, con servizi pensati anche per le famiglie (cinque familiari con un unico pagamento).

È molto semplice da utilizzare ed è ben integrato con tutti i sistemi operativi mobili, in particolar modo Android. Un’app dedicata permette di bakcupare dati, foto, immagini, contatti e altro dal cellulare.

Google Drive è molto ben integrato con tutta la suite di Google, come prevedibile. Con esso è facile collaborare col proprio team lavorando assieme a un documento. I file dei programmi di Microsoft Office possono essere archiviati e modificati senza modificare il formato.

Con un solo clic dal cloud si può accedere i servizi più conosciuti della suite per l’ufficio, ovvero Documenti, Moduli, Fogli, Disegni, Presentazioni, Siti e Mappe; inoltre è possibile collegarsi con centinaia di app sviluppate da terzi. I dati vengono sincronizzati su tutti i dispositivi.

Dropbox ottimo per le aziende, meno per i privati

Molto conosciuto e utilizzato è anche Dropbox. Ha un piano gratuito e due a pagamento, dunque le opzioni sono minori da quelle offerte da Google Drive. Il piano gratuito, chiamato Dropbox basic, offre 2 gigabyte di spazio. Si possono collegare tre dispositivi a un singolo account.

I piani a pagamento partono da 11,99 euro al mese, ve ne è uno pensato per le famiglie. Le aziende possono spendere 60 euro o 90 euro all’anno. Per loro il server ha pensato a strumenti di condivisione: lo scambio di link, la creazione di liste di cose da fare, appunti in tempo reale sui file visibili da tutti. Negli archivi resta chi ha compiuto quale azione.

Come Google Drive, anche Dropbox ha un’interfaccia utente semplice da usare e minimale. Dropbox punta anche sulla sicurezza, supporta la crittografia dei file gestiti dal cliente grazie a servizi di gestione delle chiavi diAWS (Amazon Web Services). Le aziende possono aggiungere delle opzioni di sicurezza, mettendo al sicuro le necessarie chiavi di cifratura tramite un modulo di sicurezza hardware opzionale (HSM).
Per garantire un certo trattamento dei dati, vi è una collaborazione con società di data center che si trovano in Germania, Irlanda, Giappone e Australia. In conclusione: è ottimo per le aziende, meno per i privati.

One Drive necessita di un account Microsoft

Un altro server molto usato per l’archiviazione dei dati è OneDrive. Lo spazio garantito in modo gratuito è di 5 gigabyte. Gli abbonamenti hanno vari costi, da 2 euro al mese a 99 euro annuali, alcuni sono pensati per le aziende. Per usarlo è necessario avere un account Microsoft.

Offre la possibilità di utilizzare le versioni online dei suoi software inclusi in Microsoft Office: Word Online, Excel Online, Power Point Online e One Note Online.

iCloud è il servizio di Apple, ma lo possono usare tutti.

iCloud è il server cloud storage di Apple, sui cui dispositivi è presente in automatico. Può essere scaricato anche dagli utenti Windows, a condizione di avere un ID Apple valido (ottenibile gratuitamente).

La registrazione gratuita dà diritto a 5 gigabyte, poi si passa ai piani a pagamento: 0,99 euro al mese per 50 gigabyte, 2,99 euro per 200 gigabyte, il piano famiglia a 9,99 porta a 2 tetrabyte.

Un problema del server iCloud è però quello di non poter essere utilizzato da più utenti contemporaneamente, a parte se si sceglie il piano famiglia (cosa che non vale per i programmi Office). I dati vengono crittografati da Apple, e chi lo desidera può inserire l’autotentificazione a due fattori.

In questo caso si accede con un codice a sei cifre, inviato a un dispositivo scelto. La sicurezza nonostante questo però non è ottimale perché non si sa dove si trovano esattamente i dati (sui server Apple, ma dove sono geograficamente?).

Con Mega 50 megabyte gratis… ma solo per 50 giorni

Mega è conveniente per chi non vuole spendere, perché il piano gratuito mette a disposizione 50 gigabyte per i primi 50 giorni. Allo scadere di questi, scende a 15 gigabyte. Si può scegliere un abbonamento che lo aumenti temporaneamente, per 180 giorni, o per sempre.

Per avere, a tempo illimitato, si deve pagare. I piani sono diversi, da 4,99 euro al mese a 19,99.

Permette di condividere con facilità i file, compresi quelli di grandi dimensioni, anche a chi non ha un account Mega. Garantisce un backup automatico di tutti i dispositivi e salvataggio dei vecchi file quando vengono sostituiti, è possibile anche impostare una pulizia file personalizzata.

Mette a disposizione chat private  dove è possibile condividere file e realizzare chiamata audio e video con crittografia end-to-end e effettuare conferenze video. Mega è il successore di MegaVideo, usato per i video sharing. I server sono in Nuova Zelanda: non si sa quanto sono protetti i dati.

Altri server cloud storage

Quelli elencati sono i principali server cloud storage. Ce ne sono comunque molti altri. Uno è Libero Drive, da cui si accede tramite un account Libero Mail. Tresorit invece lavora molto con la crittografia.

Infatti i file vengono inviati, quando vengono condivisi, sono crittografati prima dell’invio, garantendo una condivisione più sicura, grazie anche alla possibilità di inserire darti di scadenza e permessi utente differenziabili. Si possono anche bloccare degli IP e inserire un sistema di accesso a due fattori.

Non esiste il piano gratuito (solo per inviare file grandi in sicurezza, fino a 5 gigabyte). Per quanto concerne i prezzi, costa per i privati 8,33 euro al mese per 500 megabyte, ampliabili sino a 2,5 tetrabyte per 20 euro al mese. Per le aziende parte da 12 euro al mese, con un tetra byte per utente.

Livedrive si differenzia dagli altri server cloud perché permette di avere delle copie di sicurezza dei propri file su pc: si basa dunque più sul backup che sull’archiviazione dati, che è comunque garantita. Ci sono due piani a pagamento, uno da 10 euro al mese e uno da 17.

Insomma, le soluzioni per i propri dati sono molteplici. Occuparsene e tenerli al sicuro è molto importante. Noi di OsaTech siamo a vostra disposizione, anche da remoto, per qualsiasi domanda.

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