Cos’è la SEO

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Un sito deve essere visibile, sennò a cosa serve?

Quando si crea un sito Internet (e se desideri farlo, noi di Osatech ti aspettiamo per proporti gli hosting più performanti e le grafiche più accattivanti!), l’obiettivo è che esso sia visitato il più possibile. Che senso ha infatti avere un sito, magari investirci del tempo, e non avere visite?

Per averle, bisogna essere visibili sui motori di ricerca. Essi sono dei sistemi complessi e automatici che, grazie ad algoritmi matematici, analizzano un numero elevato di dati e restituiscono risultati in ordine di rilevanza e pertinenza in base a una determinata chiave di ricerca.

Sono degli strumenti che permettono di trovare contenuti sul web grazie a una ricerca effettuata dall’utente. Quando si scrivono delle parole nella banda di ricerca di un motore per circa il 90% delle ricerche effettuate infatti appare una serie di risultati, a volte per pagine e pagine.

Essi prendono il nome di SERP (Search Engine Results Page), ovvero le pagine dei risultati ovvero le pagine di risposta che i motori di ricerca mostrano quando le vengono interrogati attraverso parole chiave. Naturalmente, i primi su cui ci si soffermerà sono i primi a comparire, in alto. Per un’azienda non essere nei primi risultati (in prima pagina), significa non vendere!

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La SEO, tecnica per un buon posizionamento nelle SERP

Dunque, per avere maggiori possibilità di essere visto, un sito Internet deve posizionarsi in alto nelle SERP. E quel che permette di avere un buon posizionamento è proprio il SEO, un acronimo che sta per Search Engine Optimization, letteralmente: “ottimizzazione per i motori di ricerca“.

È un insieme di pratiche che servono a migliorare le posizioni del proprio sito web nella lista dei risultati nei motori di ricerca. Le posizioni stesse vengono definite dal motore di ricerca tramite degli algoritmi, delle formule che nessuno conosce realmente a parte chi vi lavora.

Ottimizzare tramite la SEO come primo sito non è evidente, non è neppure impossibile, anche se spesso è consigliabile rivolgersi a persone che hanno studiato proprio per creare delle pagine che siano SEO friendly, ovvero costruite tramite i criteri che le posizionano in alto nelle SERP (noi di Osatech vi forniamo questo servizio!).

Ma ci sono comunque delle regole che permettono di farlo anche da soli. Per prima cosa, vanno distinte SEO e SEM o SEA. Negli ultimi due casi, a ogni click ottenuto dal sito gli inserzionisti pagano qualcosa, mentre le tecniche di ottimizzazione SEO non comprendono pagamenti.

In poche parole, il SEO permette di posizionarsi al meglio senza pagare. Anche le SERP distinguono i contenuti SEM e SEA da quelli SEO: i primi sono visualizzati in alto o in basso, con a fianco la scritta “Ann”, mentre i siti ottimizzati solamente col SEO si giocano le altre posizioni.

Con la SEO, si lavora su “on page” e su ’”off page”, ottimizzando quel che sta all’interno della pagina stessa e quello che le sta attorno. Quando si cerca qualcosa sul motore di ricerca, lo si fa introducendo delle parole chiave, delle query, che si tramutano in keyword, appunto parole chiave.

La fase on page

L’ottimizzazione SEO, nella fase on page, gioca molto sul loro uso. In un testo, devono essere presenti, ma la vera abilità sta nella loro quantità: non devono essere troppe e nemmeno troppo specifiche oppure troppo di nicchia. Servono anche sinonimi, e spesso non sono una sola.

Le keyword devono essere distribuite nel testo, nei tag Title, nella Meta Description, nei tag Heading. Il tag Title è quel codice che specifica al motore di ricerca il titolo di una determinata pagina e anch’esso, affinché sia “ottimizzato”, deve essere sintetico e includere le keywords (che possono essere navigazionali, informative e transazionali)

La Meta Description, è la frase introduttiva che appare nella SERP sotto ogni indirizzo web restituito dal motore di ricerca. I tag Heading sono i titoli e i sottotitoli che contribuiscono a chiarire in contenuto della pagina stessa agli utenti e al motore di ricerca. Meglio saranno distribuite le keyword, meglio il sito sarà indicizzato.

Anche nelle immagini bisogna saperle dosare. Il motore di ricerca ancora non riesce a capire senza una descrizione che cosa rappresenti una foto, dunque bisogna essere abili ad aggiungere un testo alternativo, ovvero un Alt Test, adatto.

Non basta ovviamente distribuire nel miglior modo le keyowords. Il testo deve essere accattivante, ben scritto, scorrevole e ovviamente utile, ovvero contenere le informazioni che l’utente realmente cerca. Non deve essere troppo lungo, ma comunque sufficientemente approfondito.

Insomma, non è evidente scrivere un testo SEO friendly. Prima ancora di pensare ai testi, va strutturata la mappa del sito, in modo gerarchico. Le pagine devono poi essere sicure e caricare velocemente, con immagini leggere e anche essere facilmente fruibili dai dispositivi mobili.

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Le tecniche off page: cos’è e come si costruisce il link building

Come se non bastasse, vi sono anche numerose strategie all’esterno del sito, le cosiddette off page. Si tratta principalmente della tecnica dei backlink, ovvero di quanti siti Internet citano, indirizzandovi i propri lettori, al sito in questione. Solitamente, si parla di siti dello stesso settore.

Una volta, prima che Google complicasse gli algoritmi (creando per esempio nel 2011 Google Panda, poi nel 2012 Google Penguin con l’aggiornamento 2.0 un anno dopo), l’equazione era semplice: molti backlink corrispondevano a un buon posizionamento (detto anche ranking).

Ora, invece, si tiene anche conto dell’autorevolezza dei siti da cui derivano i link. Avere backlink da siti prestigiosi, anche se magari pochi, vale di più che averne molti da siti non prestigiosi. Ai tempi, in molti creavano dei piccoli siti satellite solo per effettuare il link building.

Con link building si intende appunto la costruzione di backlink. Si divide in link earning, ovvero guadagnare dei link costruendo dei contenuti interessati, e in guest blogging, ovvero nell’ospitare articoli, con un guadagno reciproco per entrambi i siti.

Il sito che ospita ottiene contenuti gratis, chi scrive il pezzo ha in cambio un link al suo sito. Ma anche qui bisogna badare a non esagerare e alla qualità di chi si sceglie come ospitante. Gli algoritmi di Google penalizzano chi compra link, per esempio.

Il confine tra il White Hat SEO, ovvero l’ottimizzazione tramite le tecniche della pagina, e il Black Hat SEO, che usa sistemi disapprovati dai motori di ricerca, è spesso labile. Col primo si ottengono risultati duraturi, col secondo si rischiano penalità.

Ma non è comunque tutto. Qualsiasi elemento contenuto in un sito deve essere SEO friendly. Molto utili sono i PDF, che se denominati in modo corretto, contano per esempio come una pagina. Le tecniche sono spesso sottili: noi di OsaTech siamo qui per aiutarvi, anche da remoto!

Per concludere è giusto anche segnalare che Google regolarmente cambia la logica degli algoritmi pertanto è importante sempre tenersi aggiornati su quali strumenti utilizzare per restare nella prima pagina delle ricerche.

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